IL BLOG DELL’ANGELO

VITAMINA R
in Repubblica Dominicana

12 aprile 2019

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Bayahibe, Repubblica Dominicana.

Nel nostro tour dell’ isola, arrivati al sud, io e la mia famiglia decidiamo di fare un’escursione che comprenda anche la risalita del fiume Rio Chavon.

La zona del Rio Chavon è diventata famosa per essere stata il set di film come Apocalipse now, Anaconda e diversi altri, per il paesaggio lussureggiante che offre.

Il fiume, infatti, scorre serpeggiando in uno spettacolare canyon, con una vegetazione selvaggia sulle sue rive. Una vera e propria giungla e foresta pluviale.

Saliamo a bordo di un’imbarcazione che assomiglia a quelle utilizzate sul fiume Mississipi, e lentamente iniziamo la risalita del rio.

Dopo pochi minuti inizia una festa….. musica bachata a tutto volume e vitamina “R”.

Il ragazzo che ci accompagna inizia a parlarci di come i dominicani assumano parecchia vitamina R attraverso il rum. La sua assunzione provoca un inaspettato desiderio di ballare e disinibisce parecchio, ma, in dosi eccessive, provoca sonnolenza.

Il Rum ha davvero una storia molto interessante si ritiene che lo sviluppo di bevande fermentate prodotte dal succo di canna da zucchero sia iniziato nell’antica India e in Cina e da lì si sia diffuso.

Il Rum è la bevanda tropicale per antonomasia ed è per questo che una delle sue espressioni più felici proviene proprio dalla Repubblica Dominicana, cuore pulsante del Caribe.
E’ la vera anima dei Caraibi che pervade lo spirito dei migliori Rum che racchiudono in sé il sapore delle proprie origini, i profumi intensi di una terra lontana e misteriosa dove la bellezza primordiale della foresta e del mare faceva da sfondo a covi di pirati e bucanieri.

Come spesso accade per le cose più buone, il caso imprime dei cambiamenti al corso della storia e così è stato anche per la nascita del Rum.
I coloni notarono che, fermentando, lo sciroppo derivato dalla produzione dello zucchero si trasformava in una sostanza dolce che una volta distillata produceva un liquido alcolico. Da quel momento, processi di lavorazione sempre più raffinati e complessi ci hanno restituito un nettare squisito.
Tra gli aneddoti storici e le avventure affascinanti dei pirati, i piu’ grandi bevitori di Rum, vi racconto la vicenda di Horatio Nelson, ammiraglio britannico, ucciso al termine della vittoriosa Battaglia di Trafalgar. Venne conservato in una botte di Rum per poterlo trasportare sino in Inghilterra, ma all’arrivo la botte venne aperta e si scoprì che c’era più Rum.

Si scoprì che i marinai avevano bucato il barile e fatto uscire il Rum bevendo in questo modo anche il sangue di Nelson.

Da questa leggenda è nato il modo per definire il Rum “sangue di Nelson”.

Il giorno dopo, affascinati dalla storia del Rum, abbiamo deciso di andare a visitare le piantagioni di canna da zucchero, l’ ingrediente con cui viene realizzato proprio questo distillato.

Noleggiamo una jeep e ci facciamo dare indicazioni per raggiungere la piantagione più vicina.

Dopo qualche km di salti in una strada dissestata arriviamo fino ad un immenso campo di canne da zucchero.

Una distesa verde tagliata a meta’ dal treno che trasporta i carichi del giorno…

Proseguendo arriviamo vicino ad una baracca, forse magazzino di attrezzi o casa dei lavoratori che sudano sotto il sole cocente.

 

Fermiamo la macchina e subito vieniamo circondati da ragazzini sorridenti che non esitano a chiederci dollari insistentemente, rimaniamo quasi senza parole…

Uno di loro, sfoggiando un coltellaccio molto affilato ci mostra come pulire una canna da zucchero.

Sono sempre molto affascinato dai coltelli e quello che a in mano il ragazzo che ci pulisce le canne da zucchero a davvero un fascino magnetico.

Mi avvicino a lui e gli chiedo se posso verderlo. Lo prendo in mano ed è pesante e come manico ha della gomma legata con uno spago, un fili perfetto molto bello.

Il ragazzo tutto fiero inizia a spigarmi che lo ha fatto lui con una vecchia balestra di una macchina, dopo le sue spiegazioni lo sento ancora più possente fra le mie mani.

Ci fa assaporare un pezzo ciascuno. Subito ci stravolge la pura dolcezza di questo vegetale!

Altro che i lecca lecca con i coloranti!!!!!

La loro vita è dura, tagliare la canna da zucchero è faticoso, afa, zanzare e foglie taglienti da sopportare… e tutto per pochi dollari al quintale.

E senza avere ne’ il tempo, ne’ l’ interesse di poter studiare… Decidiamo di ripartire e sulla strada del rientro incrociamo un piccolo paese con una struttura in cemento e la scritta “scuola primaria”, solo per i primi anni di studio per i piccoli…e poi per il resto ognuno sfida la sua sorte…

Qui il Rum è davvero radicato in modo profondo nella società fu anche usato come moneta di scambio in passato.

Si possono assaporare molti tipi di Rum, più lungo è il processo di invecchiamento, più pregiata è la qualità assoluta del Rum.

Tuttavia, ogni tipologia di Rum sa esaltare il proprio corredo di profumi e sfumature se degustata correttamente: i Rum bianchi danno il meglio quando vengono miscelati sapientemente in cocktail e long drink o se accostati… alla coca cola! Perché la combinazione coca e rum non è un appannaggio solamente cubano.

Gli añejos e gli ambrati – che invecchiano nel legno per un periodo compreso tra i tre e i cinque anni – si fanno apprezzare molto bene da soli, ma sono squisiti anche on the rocks o combinati, nei cocktail, con blancos e frutta.

Gli invecchiati vengono affinati in rovere o quercia per almeno dieci anni. Apprezzati nella copita da sherry o nel classico baloon di cristallo, regalano sensazioni intense, frutto del loro incredibile spettro aromatico ottenuto anche grazie alla loro lunga permanenza in legni pregiati che con il passare del tempo fanno emergere note di frutta matura, caramello, tabacco biondo, note speziate di vaniglia e sentori balsamici tipici del rovere. Generalmente per questo tipo di prodotto si impiegano botti di secondo passaggio, utilizzate per affinare bourbon e whisky, che con i loro tannini eleganti e più leggeri di quelli di legni nuovi non offuscano la personalità del Rum.

Per i dominicani è una vera e propria istituzione, che fa parte ormai della vita quotidiana: incontri amorosi, addii, matrimoni, morti, compleanni, anniversari, gioie e dolori vengono condivisi immancabilmente davanti a una bottiglia di Rum.

Ogni momento ha il suo accompagnamento ideale, e diventa l’occasione per apprezzare al meglio i frutti di una terra generosa, che sa regalare oltre alle sue bellezze naturali, anche emozionanti sensazioni, suadenti profumi e aromi inebrianti.

Abbiamo conosciuto anche il Santo Libre (l’ alternativa dominicana al Cuba Libre) molto buono, di seguito vi segno la sua ricetta:

– 5 cl rum scuro (ottimo con il Brugal Anejo)

– 3-5 cubetti di ghiaccio

– ¼ di lime

– Sprite

Mettete nel bicchiere da cocktail il lime, copritelo con i cubetti di ghiaccio, aggiungete il rum e completate con la Sprite. Guarnire con una fettina di lime.

Poi la famosissima Piña Colada, il cocktail poco alcolico che riesce a combinare tutti i sapori più autentici del Caribe

– 3/10 di rum chiaro;

– 5/10 di succo d’ananas

– 2/10 di latte di cocco

Mettere nel frullatore tutti gli ingredienti con qualche cubetto di ghiaccio. Il cocktail va servito quando il ghiaccio non è ancora completamente sciolto. Guarnire con uno spicchio d’ananas o con una ciliegia candita.

Famosa in questa isola è il mamajuana, una miscela di rum, vino, miele ed erbe aromatiche che risulta essere dolciastra e acidula, ma molto buona.

Abbiamo scoperto anche, sui banconi dei locali, delle grandi bottiglie con cocco, frutto della passione e mango messi a macerare nel rum. Vi assicuro buonissimi!!!
Un grande spunto per provare nella mia cucina dell’ Angelo nuove specialita’!!!

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